È giusto circondarci di rumore per non sentirci?

Sono rimasto a piedi, non letteralmente, ma sono rimasto senza una meta ne una guida.
Sono fermo sul mio posto a guardare il mondo non fermarsi, corre e come corre questo mondo.
Io scappo da me. Io scappo da me

Prima di rendermi conto di essermi fermato correvo anch’io e come se correvo.
Prima di rendermi conto di essermi fermato correvo anch’io e come se correvo.

Non mi fermavo neppure un secondo su ciò che mi circondava, e così, son diventato ciò che odio.

Oggi le persone amano la velocità. Evitano di soffermarsi troppo sulla vita, perché hanno paura di rendersi conto di quanto sia miserabile, scacciano la noia come se fosse un male da estirpare, sbagliando, certamente. La noia, quella vera, è amica dell’uomo. Nell’evitare il mondo, nel fermarsi ad ascoltare ciò che capita fuori dalla nostra percezione si capisce veramente chi si è. 

Ero in macchina, stanco delle giornate piene, guidavo verso casa di mio fratello. Non era una visita programmata e ne ero in ritardo, stavo solo correndo verso quella meta e lì, mi sono accorto di quanto vado veloce per non ascoltarmi.
Ero in macchina e davanti a me una Volvo non troppo nuova andava a passo d’uomo, certo, il passo di un uomo veloce, il che non rispecchiava l’uomo che vi era dentro, data la veneranda età. Ricordo di essermi arrabbiato, aver sbuffato e tirato qualche colpo di clacson prima di rendermi conto di quanto stupido fossi.

Nessuno mi inseguiva, nessuno mi metteva fretta, eppure io correvo, scappavo, ma da chi?

È questa la domanda che mi ripeto da quel giorno e forse, oggi, riesco a darmi una risposta.

Io scappo da me.

Io scappo da tutto ciò che concerne l’essere me e le mie convinzioni. Sto meglio quando non ci sono, allora accelero e mi circondo di falsi amici e false promesse, cosi da non guardarmi nel riflesso dello specchietto retrovisore mentre procedo a passo d’uomo.

Se ci penso mi vien da ridere, non riesco a convivere con la persona che dovrebbe conoscermi meglio, eppure è cosi, sono ciò che c’è di più lontano da me. Da quando compresi ciò iniziai a rallentare, il piede in tensione sull’acceleratore cominciò a fare meno pressione. Il volante che stringevo con gran forza allentò la presa rilassandomi i muscoli delle spalle, lasciandole cadere nella gravità del mio star sereno. Gli occhi si socchiusero e quella fronte tanto rigida riprese la forma naturale. 

Il mondo non è fatto per percorrerlo a gran velocità, ma per goderselo a passo d’uomo. Il mondo, il mio mondo non è governato dal Dio Velocità, dal Dio Denaro o Da Dio.
Il mio mondo è governato dai colori dello spleen, accettando la noia e guardando dallo specchietto retrovisore la rabbia e i suoni di clacson dei automobilisti della vita.

“L’occasione arriva solo a colui che è ben preparato”

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