Flusso di coscienza: Monet e la sua opera
Sono stato alla tua mostra sta notte, bel quadro, non è un po’ troppo verde?
Mi son chiesto se fosse la prospettiva, mi son capovolto, rigirato, scavato, ma niente, tu rimani tu ed io rimango io.
Ho visto il tuo quadro sta notte, ti ricordavo esattamente così, perfettamente verde, mi hai sempre capito, amato ed io ti ho stracciato da quella rivista per portarti nel taschino, non sapevo ancora che amare non è subordinato all’essere amato.
Ho commesso mille e uno errori, ma il primo è stato fatale. Non ero conscio che avrei amato quell’odiato verde, che mi avrebbe riportato su sponde di un esistenza possibile, del accade perché accade ed è bello che sia così.
E quanto sbagliavo a dire che reagire al tuo colore sarebbe stato per me un esplosione di vita, un caleidoscopio di immagini nuove. Sai cosa ho trovato? Altri mille difetti che amo in altri mille quadri, in altri mille pittori.
Direi che, anche se con ferma distanza, mi hai fatto capire che l’odio è naturale per ciò che ami, ma che l’amore impersonale è futile, asettico. Amare senza essere una persona, senza avere al centro un io che dipinge senza influenze, è fallimentare.
Oggi i quadri che dipingo hanno alcune tonalità di verde che ricordano tetti dipinti da giovani donne, in cerca probabilmente di ultimi affanni per arrivare alla luna.
Sta notte ho rivisto quel quadro, quello che ho tanto amato e tanto odiato, mi ha riportato tra di voi. Mi ha riportato in questo giro tondo solido; è bello, quando capisci che è solo un gioco e che cadere per terra ha i suoi pregi.
Ho rivisto, sta notte, per l’ultima notte, l’uomo che ero di fronte a quel quadro. Sporco, teatrale, un po’ sofferente, ma terribilmente umano, sorprendentemente umano. Posso essere poco o niente, ma anche tutto in pochi secondi. Che bello sorridere, che bello amare ciò che accade solo perché accade.
Quindi ti amo Monet, perché ti ho amato. Ti amo Monet perché ora so dipingere anche con quel colore.
Ti amo Monet perché non andrò mai più ad una tua mostra.
Ho rivisto il quadro che amo oggi, non ha molto verde, ma che colori, tutti suoi.
Forse amiamo un opera d’arte proprio perché unica anche in ciò che odiamo. Sicuro amo le opere d’arte perché mi sorprendono ad ogni nuovo sguardo, ad ogni nuovo me. Di per certo oggi amo tutto dei quadri, anche le cose che non capisco, anche le cose che non dipingerei mai, solo per il piacere che donano nell’esserci.
Consiglio del giorno: L’arte di Amare, Erich Fromm
Dai un occhiata al mio ultimo flusso di coscienza