Nella testa un motto: Dio Denaro prenditi cura di me. Dio Passione uccidimi nella notte.
Quanto, i soldi, stanno rovinando le relazioni in cui ho investito tempo?
È questa la domanda che mi facevo mentre alzavo le sopracciglia e arricciavo la bocca alla visione del mio portafoglio.
Non ho mai dato gran importanza ai soldi, forse per carattere, forse per istruzione; mi son sempre tenuto alla larga cercando di concentrarmi sul tempo che scorreva, rendendolo unico.
Ci sono due tipi di persone, quelli mossi dall’economia e quelli mossi dalla passione; sia chiaro non c’è mai una netta distinzione, non si può essere bianchi o neri, c’è un zona grigia enorme in cui solo le estremità convergono nei due colori opposti.
Chi viene spinto dall’economia non è di certo meno nobile di chi la passione ne fa da nocchiere, ma le differenze si notano, quasi si percepiscono al tatto mentre uno parla.
Gli economisti, cioè i capitalisti e i marxisti, vedono la nascita della società nello scambio di beni, credendo che la retribuzione, la forza lavoro e la materia sia ciò che spinge l’uomo a vivere collettivamente.
Noi passionali, invece, ci perdiamo nelle relazioni, a volte effimere, a volte perdendo il conto delle nostre finanze o non importandocene; oggi parlerò di noi, dato che io di economista non ho niente, lascerò che siano loro a giudicarsi, io criticherò me stesso.
La passione come morte.
Seduto, mettevo più peso prima su una gamba, poi sull’altra, battevo incessantemente il dito sul bracciolo della poltroncina e guardavo con un sopracciglio alzato il palco di fronte a me. Lo spettacolo inizia, sottovoce ripeto le battute del protagonista, più lui recita, più alzo la voce. Più grido e più lui mi guarda dritto negli occhi. Il mio corpo inizia a muoversi. Le luci si fanno meno soffuse, il mio pensiero di schiarisce. Mi alzo in piedi, la quarta parete si infrange e urlo e gioisco e piango, grido al cielo di essermi innamorato… ritorno con la mente al mio posto e sono ancora lì, che batto sul poggiabraccio della poltroncina del teatro. Ora lo spettacolo è veramente iniziato ed io, innamorato di come sarebbe potuta andare, esco dalla sala.
Questo potrebbe essere il riassunto della mia vita, immagino, creo, la mia mente vola tra le ere e torna poi sul presente, rimanendo deluso di ciò che vedo.
Amo l’amore
Io sono innamorato del romanticismo, l’idea di essere romantico mi accompagna, molto più di quanto io ami poi effettivamente gli oggetti del mio romanticismo. Puntualmente vengo deluso dalle aspettative che mi creo.
Che sarà mai? Direte voi.
Che sarà mai? Dicevo io.
Poi il vuoto. L’amore per una persona finisce. L’affetto per i cari svanisce nel tempo. I giorni passano e ti ritrovi solo. Solo con un mondo in cui hai riposto la felicità, sbagliando. Se sei come me, ti sarà capitato di affidare agli altri la tua felicità, alle cose esterne. Bravo. Ottima scelta per distruggerti. Purtroppo è molto più complicato di così. Devi scavare dentro per riuscere da te a recarti felicità.
“L’unico modo per raggiungere la felicità è smettere di preoccuparci di cose che sfuggono al nostro controllo e alla nostra volontà” Epitteto
Mi circondo di persone che elevo, le metto su un gradino più in alto rispetto a me, le idealizzo, fino al giorno in cui per una sciocchezza il mio lato sinistro del corpo si crepa, non riparandosi più. Ho, da quel momento, un precedente e la considerazione che ho di quella persona crolla. E poi? Beh. poi tento di scappare, senza meta, così scappo da me.
Io, sbaglio.
Sbaglio nel credere che le persone siano solo ciò che vedo, ciò che sono.
Ciò che siamo, è molto di più di ciò che si può vedere in uno specchio, ma io non lo capisco e formo intorno alle persone un aurea di perfezione, non credendo che siano Umani.
La delusione, sentimento orribile.
Puoi odiare, amare e stare male per il mondo attorno in una maniera indescrivibile, ma quando deludi o vieni deluso, tu non vivi più, lei non vive più in te, si frantuma il Dorian Gray. Il quadro ti mostra il tuo riflesso umano, bestiale, quello che odi, quello che odio.
Il problema più grande quindi, nell’essere spinto dalle passioni, è la passione in sé. Ti crea aspettative, ti fa sentire in un altro mondo e poi ti butta giù. Oggi e ieri, così come domani, ti rialzerai credendo nelle persone ancora una volta.
E allora ecco che il mio soliloqui si trasforma da: Dio Denaro prenditi cura di me a Dio Passione uccidimi nella notte, ancora una volta.